(39) a. Durante quella lunga vacanza in collina uscivamo sempre senza ombrello, anche se pioveva.
(«a volte pioveva, a volte no: quando pioveva uscivamo comunque senza ombrello»)
b. Durante quella lunga vacanza in collina uscivamo sempre senza ombrello, sebbene piovesse. («è piovuto, e siamo comunque usciti senza ombrello»)
Come per i costrutti concessivi fattuali, anche se introduce condizionali concessivi di stile alto, letterario, con la subordinata al congiuntivo invece che all'indicativo:
(40) «Squattrinato come tutti i veri poeti (e tale lo si considera anche se egli non scriva versi) la sua principale professione è quella di Ospite» (E. Montale, farfalla di Dinard, Milano, Monda-dori, 1976, p. 79)
Anche se condizionale concessivo prevede la combinazione di congiuntivo imperfetto e condizionale semplice, e di congiuntivo piuccheperfetto e condizionale composto, come in (41a, b), ma nel caso si voglia sottolineare la «distanza» cronologica tra i contenuti espressi dalle due proposizioni, in una dirczione o nell'altra, si combinano congiuntivo piuccheperfetto e condizionale semplice, come in (4le), o congiuntivo imperfetto e condizionale composto, come in (41d):
(41) a. Anche se rinascessi, non vorrei cambiare tipo di vita.
b. Anche se fossi stato promosso a giugno, non avrei potuto andare in vacanza.
c. Anche se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto non ne troveremmo traccia, poiché le registrazioni di quell'anno sono finite bruciate in un incendio.
d. Anche se Enrico fosse a casa, non avrebbe risposto al telefono: in questo periodo non vuole essere disturbato.
Come per i costrutti condizionali , anche per i condizionali concessivi l'uso della concordanza all'indicativo piuttosto che al congiuntivo-condizionale indica diversi gradi di «probabilità» dei contenuti proposizionali espressi; ma a differenza dei costrutti condizionali la «possibile verità» (segnalata dall'indicativo) o «possibile falsità» (segnalata dal congiuntivo più condizionale) riguarda solo il contenuto proposizionale della subordinata, p:
(42) a. Anche se studio di più, non imparerò niente. (= 33a)
b. Anche se studiassi di più, non imparerei niente. (= 33b)
Se un costrutto viene inserito in un discorso indiretto al passato (e gli avvenimenti citati sono già avvenuti al momento dell'enunciazione) la concordanza dei modi e dei Tempi prevede solo la combinazione «congiuntivo piuccheperfetto + condizionale composto», indipendentemente dalla forma che il costrutto potrebbe avere nella corrispondente versione in discorso diretto. Così la «scelta» di modi e tempi di (43d), obbligata dalla concordanza del discorso indiretto, «neutralizza» completamente le differenze semantiche sia modali sia temporali esistenti nei condizionali concessivi presenti in (43a-c):
(43) a. Aldo mi ha detto: «Ti offro / offrirò una cena anche se XY perde / perderà la carica di sindaco».
b. Aldo mi ha detto: «Ti offrirei una cena anche se XY perdesse la carica di sindaco».
c. Aldo mi ha detto: «Ti avrei offerto una cena anche se XY avesse perso la carica di sindaco».
d. Aldo mi ha detto che mi avrebbe offerto una cena anche se XY avesse perso la carica di sindaco.
Anche per i costrutti condizionali concessivi, come per i costrutti condizionali, è possibile la concordanza mista fra indicativo e congiuntivo-condizionale:
(44) a. Anche se non ti interessa personalmente la partecipazione a quella gara, dovresti farlo per amicizia nei confronti di Carlo: potrebbe avere bisogno di te durante la prova.
b. Anche se non ti interessasse personalmente la partecipazione a quella gara, devi farlo per amicizia nei confronti di Carlo: può avere bisogno di te durante la prova.
Oltre ad anche se esistono altri operatori di subordinazione con significato condizionale concessivo. Di questi, alcuni possono introdurre sia condizionali concessivi sia concessivi fattuali, come anche se: sono se anche, pure se e se pure:
(45) a. Se anche studiassi di più, non imparerei niente.
b. Se anche avessi studiato di più, non avrei imparato nulla.
(46) a. Pure se fosse il re di tutta Europa, non gli vorrei ubbidire.
b. Pure se fossimo stati in condizioni economiche disperate, non avremmo accettato volentieri un aiuto che arrivava da un avversario tradizionale della nostra famiglia.
(47) a. Se pure ci capitasse di ricadere nello stesso errore già commesso una volta, saremmo in grado di rimediare con meno fatica grazie all'esperienza compiuta.
b. Non mi credette: e se pure mi avesse creduto, il mio intervento non sarebbe valso a farle cambiare opinione.
Si ricordi che se pure e seppure, omofoni in alcune parti d'Italia, non sono da confondere, poiché il primo è un introduttore di condizionali concessivi, e di concessive fattuali all'indicativo, mentre il secondo introduce solo concessive fattuali al congiuntivo.
Pure se con significato condizionale concessivo si trova anche con subordinate al congiuntivo presente (in sostituzione dell'indicativo), anche in questo caso stilisticamente piuttosto elevate:
(48) «Eppure in tutto questo che abbiamo detto, pure se si sia disposti ad accettarlo in ogni sua pane, resta che al Leopardi mancano note fondamentali dello spirito e del pensiero settecentesco». (M. Sansone, Leopardi e la filosofia del Settecento, Firenze, Olschki, 1964, p. 143)
Anche un costrutto condizionale può essere interpretato come condizionale concessivo, purché sia abbastanza evidente il contrasto esistente già di per sé fra i tipi di evento presentati dalla subordinata e dalla sovraordinata; se il costrutto condizionale è di tipo «bi-affermativo» viene però interpretato come concessivo fattuale invece che come condizionale concessivo, come nell'esempio (49b):
(49) a. Se poi ci fossimo trovati nei guai non avremmo dovuto protestare, perché sapevamo fin dall'inizio che ci stavamo imbarcando in una spedizione piuttosto pericolosa. (= «anche se ci fossimo»)
b. Se il giudizio del Fondo Monetario Internazionale sulla economia del nostro paese è stato positivo, non dobbiamo dimenticare i rischi collegati al deficit pubblico. (= «sebbene il giudizio ... sia positivo . . .»)
I costrutti condizionali con la concordanza al congiuntivo e condizionale possono essere privi dell'operatore di subordinazione se; anche tali costrutti condizionali possono ricevere una interpretazione condizionale concessiva, che in alcuni casi viene ribadita dall'inserimento di anche o di pure (si tratta comunque di costrutti di stile alto):
(50) a. L'incidente di Gino è successo in due secondi: fossi stato attentissimo, non avrei avuto il tempo di intervenire.
b. Fossimo anche / pure riusciti ad estorcergli una risposta positiva, il suo parere non sarebbe stato sufficiente.
Alcuni altri operatori di subordinazione sono tipici dei condizionali concessivi (non possono cioè introdurre concessivi fattuali). Quand'anche è stilisticamente più alto di anche se, e ne condivide la concordanza tranne nei casi di indicativo in subordinata e sovraordinata, nei quali richiede il congiuntivo nella subordinata:
(51) a. Quand'anche nevica, non resteremo chiusi in casa.
b. Quand'anche nevichi, non resteremo chiusi in casa.
c. Quand'anche nevicasse, non resteremmo chiusi in casa.
d. Quand'anche avesse nevicato, non saremmo rimasti chiusi in casa.
Un costrutto condizionale concessivo può essere introdotto dall'operatore di subordinazione condizionale se accompagnato da neanche,neppure, o nemmeno (che sono lessicalizzazioni di anche o pure più negazione); il significato è simile, ma non identico, a quello di
un costrutto introdotto da anche se, con la sovraordinata accompagnata dalla particella negativa non, come si vede confrontando gliesempi a. con quelli b. :
(52) a. Neanche se hai molta sete devi bere così in fretta.
b. Anche se hai molta sete non devi bere così in fretta.
(53) a. Neppure se mi venisse a pregare in ginocchio lo perdonerei.
b. Anche se mi venisse a pregare in ginocchio non lo perdonerei.
(54) a. Nemmeno se fosse stato mandato a vender ghiaccio agli esquimesi avrebbe rinunciato prima di provare.
b.Anche se fosse stato mandato a vender ghiaccio agli e-squimesi non avrebbe rinunciato prima di provare.
La non interpretabilità di quand'anche, neanche, neppure e nemmeno (gli ultimi tre accompagnati da se) come introduttori di concessive fattuali è confermata dal fatto che non possono combinarsi con sovraordinate con i tempi passati dell'indicativo (che la subordinata sia all'indicativo oppure al congiuntivo):
(55) a. Quand'anche è nevicato, non siamo rimasti chiusi in casa.
b. Quand'anche sia / fosse nevicato, non siamo rimasti chiusi in casa.
(56) a. Neanche / Neppure / Nemmeno se è stato mandato a vender ghiaccio agli esquimesi ha rinunciato prima di provare.
b. Neanche / Neppure /Nemmeno se sia / fosse stato mandato a vender ghiaccio agli esquimesi ha rinunciato prima di provare.
Gli altri operatori di subordinazione che abbiamo visto introdurre concessive fattuali non sono compatibili né con la semantica né con la concordanza dei condizionali concessivi:
(57) a. Benché / Sebbene nevica, non resteremo chiusi in casa.
b. Benché / Sebbene nevicasse, non resteremmo chiusi in casa.
c Benché / Sebbene fosse nevicato, non saremmo rimasti chiusi in casa.
(58) a. Malgrado (che) / Nonostante (che) nevica, non resteremo chiusi in casa.
b. Malgrado (che) / Nonostante (che) nevicasse, non resteremmo chiusi in casa.
c.Malgrado (che) / Nonostante (che) fosse nevicato, non saremmo rimasti chiusi in casa.
(59) a. Quantunque / Per quanto nevica, non resteremo chiusi in casa.
b. Quantunque / Per quanto nevicasse, non resteremmo chiusi in casa.
c.Quantunque / Per quanto fosse nevicato, non saremmo rimasti chiusi in casa.
(60) a. Ancorché / Seppure nevica, non resteremo chiusi in casa.
b. Ancorché /Seppure nevicasse, non resteremmo chiusi in casa.
c.Ancorché / Seppure fosse nevicato, non saremmo rimasti chiusi in casa.
Anche gli operatori di subordinazione «categoriali» non sono interpretabili come condizionali concessivi, poiché l'elemento su cui si articolano non è presentato come possibile, ma come certo, come si vede confrontando i costrutti in a. con le loro parafrasi avversative coordinate in b.:
(61) a. Per poche che fossero le sue pretese, mantenerlo per un periodo
così lungo non sarebbe certo stato uno scherzo.
b. Le sue pretese erano poche, ma mantenerlo per un periodo così lungo non sarebbe certo stato uno scherzo.
(62) a. Alto com'è / quant'è, Giorgio non è riuscito a segnare un solo
canestro.
b. Giorgio è (molto) alto, ma non è riuscito a segnare un solo canestro.
(63) a. Tardi com'era, ha voluto a tutti i costi andare a fare un giro lungo
il fiume.
b. Era (molto) tardi, ma ha voluto a tutti i costi andare a fare un giro lungo il fiume.
(64) a. Per quanto veloci sembrassero i nostri ragazzi, gli elementi del gruppo avversario arrivavano sempre con almeno tre secondi di vantaggio.
b. I nostri ragazzi sembravano (molto) veloci, ma gli elementi del gruppo avversario arrivavano sempre con almeno tre secondi di vantaggio.
g)Semantica dei costrutti a-condizionali
Nei costrutti detti a-condizionali il contenuto proposizionale della subordinata non condiziona quello della sovraordinata, contrariamente a quanto accade per i costrutti condizionali . Tali costrutti possono essere fondamentalmente di due tipi, con le frasi (3a) e (3b): Che ti piaccia o no, stasera andrò al cinema; Ovunque vada, Ugo troverà degli amici. Il significato intuitivo di (3a) è che data o meno una determinata condizione (la contentezza dell'interlocutore), il parlante andrà al cinema; quello di (3b) è che in ogni luogo nel quale il protagonista si possa recare troverà sicuramente degli amici.
Ecco una analisi maggiormente formalizzata della semantica di questi costrutti. Le subordinate di un a-condizionale come (3a) esprimono la «disgiunzione» di un contenuto proposizionale p e del suo contrario non-p, riassumibile con la formula «p o non-p», che è tautologica, sempre vera: proprio per questo il contenuto proposizionale della subordinata non ha alcun effetto su quello della sovraordinata. Il significato di questo primo tipo di costrutto a-condizionale si può così rappresentare: «p o non-p, q» = «pvero O PFalso> qVero».
II confronto fra questo schema e quello riportato in (29), che rappresentava una parte del significato dei costrutti condizionali concessivi, mostra quanto questi ultimi siano vicini semanticamente a questo primo tipo di a-condizionali: in un caso la possibilità che p sia falso è comunicata implicitamente dalla presenza di anche (o di elementi lessicali dal significato affine), nell'altro è espressa esplicitamente dalla «disgiunzione» presente nella subordinata.
Nel caso dei costrutti a-condizionali come (3b), la presenza di relativi indefiniti fa sì che la subordinata esprima un contenuto «insaturo»: una «funzione proposizionale» con una variabile libera, simbolizzabile con p(x).
Per tutti i valori assunti dalla variabile x, e quindi per tutti i contenuti proposizionali ottenuti dalla subordinata, il contenuto proposizionale della sovraordinata risulta vero." Il significato di questo secondo tipo di costrutto a-condizionale si può così rappresentare: «p(x), q» = «V x, p = F(x), qvero».
Anche in questo caso il confronto con lo schema riportato in (29) mostra la vicinanza semantica fra questi pur diversi tipi di costrutto: come nei condizionali concessivi, lo statuto del contenuto proposizionale della subordinata è irrilevante per la verità di quello della subordinata (e dell'intero costrutto),
A differenza dei costrutti condizionali concessivi (e di quelli concessivi fattuali), dove fra i tipi di evento presentati dalla subordinata e dalla sovraordinata viene comunque instaurato un rapporto di contrasto, i costrutti a-condizionali non pongono esplicitamente tale contrasto: semplicemente l'ascoltatore può inferire che fra il tipo di evento presentato nella sovraordinata ed uno di quelli o disgiunti nella subordinata o ottenibili dando un valore alla variabile x sempre nella subordinata, un contrasto ci possa essere. Esemplificando, nell'es. (3a) di 2.4. si può vedere un contrasto fra il dispiacere dell'interlocutore e l'intenzione del parlante di andare al cinema, come in (3b) è ipotizzabile che possa esistere un luogo specifico nel quale il protagonista «non» riuscirà a trovare degli amici.
Il costrutto a-condizionale non instaura però necessariamente questo contrasto tra tipi di eventi:
(65) Dovremo stare attenti alla concorrenza economica degli altri paesi europei, che facciano o no parte della CEE.
(66) Dalla cima della collina, ovunque girassimo gli occhi, non potevamo evitare di tornare a fissare sempre quel villaggio.
h)I costrutti con 'disgiunzione'
I costrutti a-condizionali del tipo di (3 a) possono avere la subordinata costruita su una correlazione sia che... sia che...:
(67) Sia che ti piaccia sia che non ti piaccia, stasera andrò al cinema.
(68) Sia che lo paghino bene sia che lo paghino male / non lo paghino bene, Piero fa il suo lavoro senza lamentarsi.
(69) Sia che abbia avuto ragione sia che abbia avuto torto / non abbia avuto ragione / non l'abbia avuta, dobbiamo aiutarlo perché è nostro amico.
Nei costrutti a-condizionali, il verbo della subordinata è generalmente al congiuntivo; nello stile colloquiale si trova anche l'indicativo:
(70) Sia che ti piace sia che non ti piace, stasera andrò al cinema.
In uno stile piuttosto elevato è possibile l'ellissi delle forme correlative, e la semplice giustapposizione tramite virgole dei due elementi alternativi, con inversione di posizione fra verbo e soggetto espresso:
(71) «In realtà la parola 'villanella', come designazione di forma poetica, cioè di un determinato componimento, apparisca essa in scritti dialettali, apparisca in scritti italiani, è termine letterario» (C. Calcaterra, Poesia e canto. Studi sulla poesia melica italiana e sulla favola per musica, Bologna, Zanichelli, 1951, p. 7)