(15) Se vieni alla festa, ti divertirai moltissimo.
(16) Se venissi alla festa, ti divertiresti moltissimo.
(17) Se fossi venuto alla festa, ti saresti divertito moltissimo.
La variante colloquiale del sistema standard, presente talora anche in livelli più alti, prevede la possibilità che l'indicativo imperfetto sostituisca il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e / o il condizionale composto nell'apodosi, come in (18):
(18) a. Se lo sapevo prima, sarei arrivato in tempo a salutarti.
b. Se lo sapevo prima, arrivavo in tempo a salutarti.
c. Se l'avessi saputo prima, arrivavo in tempo a salutarti.
Il tipo in (18b) è presente nel seguente es. da Manzoni, che riproduce il parlato spontaneo:
(19) «Se mi s'accostava un passo di più, soggiunse, l'infilavo addirittura, prima che avesse tempo di accomodarmi me, il birbone» (A. Manzoni, promessi sposi, cap. XXXTV)
Nell'apodosi si può avere anche il piuccheperfetto con valore di compiutezza :
(20) Se non fosse successo / succedeva quell'incidente, a quest'ora eravamo già arrivati.
Nel sistema «substandard» invece dei modi congiuntivo e condizionale appare l'indicativo, così che (2 la) corrisponde all'incirca a (15) (ma a volte anche a (16)), mentre (21b) corrisponde all'incirca a (16) e (17) (anche questo sistema è più complesso di quanto appaia da questa sintetica presentazione, e le corrispondenze con il sistema standard sono più irregolari di quanto qui accennato:
(21) a. Se vieni alla festa, ti divertirai un sacco.
b. Se venivi alla festa, ti divertivi un sacco.
In vari usi dialettali sono più diffusi sistemi «simmetrici», con congiuntivo in protasi ed apodosi oppure condizionale in protasi ed apodosi. Questi usi, decisamente substandard, sono ritenuti concordemente inaccettabili, e tuttavia appaiono frequentemente sia in varietà regionali sia anche come lapsus. Alcuni ess. sono:
(22) «Se io fossi uomo ci andassi ogni sera» (D. Dolci, Conversazioni, Torino, 1962, p. 290)
(23) «Io sono sicuro che se farei il boia riuscirei bene» (lo speriamo che me
la cavo. Sessanta temi di bambini napoletani, a cura di M. D'Otta, Milano, Mondadori, 1990, p. 41)
L'uso del congiuntivo nell'apodosi è caratteristica di certo parlato spontaneo meridionale.
L'uso del condizionale anche nella protasi, come in (23), è molto comune nel linguaggio infantile in tutta Italia.
Non sembra possibile, invece, la combinazione con condizionale nella protasi e congiuntivo nell'apodosi.
c)Il sistema dell'italiano standard
Nell'italiano standard è possibile trovare diverse combinazioni di Tempi verbali dell'indicativo in protasi ed apodosi; sono possibili, per esempio, presente più presente, come in (24a), e presente più futuro semplice, come in (24b):
(24) a. Se piove, esco con l'ombrello.
b. Se (domani) piove, uscirò con l'ombrello.
Non c'è una corrispondenza obbligatoria fra Tempo verbale e tempo cronologico: in (24a) ad esempio il presente non è necessariamente «deittico», anzi è più facilmente interpretabile come presente «atemporale», e in (24b) è orientato, anche grazie alla presenza di domani nella protasi e di un tempo futuro nell'apodosi, verso il futuro.
Sono poi possibili combinazioni di futuro semplice più futuro semplice come, in (25a), perfetto composto più presente, come in (25b), perfetto composto più futuro semplice, come in (25c), e perfetto composto più perfetto composto, come in (25d):
(25) a. Se domani ci sarà bel tempo, andremo a sciare.
b. Se hai comprato il giornale, possiamo vedere che film ci sono stasera.
c. Se ti sei ricordato di portare la carbonella, forse riusciremo a preparare la grigliata.
d. La settimana scorsa ho telefonato a Giorgio, ma non sono riuscito a trovarlo in casa: se è andato in vacanza, ha finalmente potuto riposarsi.
In (25d) il contesto linguistico precedente il costrutto condizionale ne permette una lettura più naturalmente ipotetica: «Non so se Giorgio è andato in vacanza: lo ipotizzo solamente sulla base della sua mancata risposta al telefono; nel caso ci sia andato, starà godendosi il suo meritato riposo». Di solito invece i costrutti condizionali con i tempi passati dell'indicativo sono più facilmente interpretati come causali, cioè «fattuali», piuttosto che ipotetici, come si vede dalla parafrasi (26b) di (26a):
(26) a. Se hai sostenuto quella posizione, hai avuto torto.
b. Siccome hai sostenuto quella posizione, hai avuto torto.
Esistono costrutti condizionali con l'imperfetto in protasi ed apodosi, da non confondere con quelli formalmente identici ma appartenenti o alla variante colloquiale del sistema standard (v. la frase (18b)) o al sistema «substandard» (v. la frase (21b) ; in questi costrutti il se assume un valore parafrasabile con ogni volta che:
(27) In quel periodo se riuscivamo ad alzarci abbastanza presto correvamo subito a guardare l'alba, e poi nella stalla per bere il latte appena munto.
Non sono possibili costrutti condizionali con il perfetto semplice in protasi ed apodosi , come si vede dall'inaccettabilità di (28):
(28) Se prenotammo in tempo, assistemmo alla prima di Falstaff.
Oltre all'indicativo l'italiano standard prevede nei periodi ipotetici combinazioni di congiuntivo più condizionale; si trovano usualmente il congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale semplice nell'apodosi, come in (29a-b), o il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e il condizionale composto nell'apodosi, come in (29c):
(29) a. Se piovesse molto forte, uscirei con l'ombrello.
b. Se fossi un marziano, avrei le orecchie verdi.
c. Se non foste arrivati in ritardo, non avreste perso il treno.
Sono però anche possibili costrutti che presentino il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e il condizionale semplice nell'apodosi, come in (30a): in questo modo viene segnalata la «distanza» cronologica tra i contenuti espressi dalle due proposizioni; inoltre sono possibili costrutti con il congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale composto nell'apodosi, come in (30b):
(30) a. Se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto ce ne sarebbe traccia, b. Se Enrico fosse a casa, avrebbe risposto al telefono.
Utilizzando l'opposizione tra la concordanza all'indicativo e quella al congiuntivo-condizionale all'interno di un periodo ipotetico un parlante indica diversi gradi di «probabilità» per i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi:
— l'uso dell'indicativo segnala la «possibile verità» dei contenuti;
— l'uso del congiuntivo-condizionale ne segnala la «possibile falsità».
L'opposizione è illustrata attraverso il confronto tra due costrutti le cui proposizioni componenti esprimano gli stessi contenuti:
(31) a. Se nevica prima di domenica, andiamo a sciare a Cortina.
b. Se nevicasse prima di domenica, andremmo a sciare a Cortina.
In (3 la) il progetto viene presentato come molto più probabile rispetto a (31b): nel primo caso viene configurata la possibilità che nevichi, con la conseguente vacanza sugli sci, mentre nel secondo caso viene configurata la possibilità che non nevichi, con la conseguente rinuncia alla vacanza sugli sci.
Questa differenza si evidenzia con una prova di compatibilita semantica. Aggiungendo ad un periodo ipotetico all'indicativo una frase da cui si possa inferire la «sicura falsità» del contenuto proposizionale della protasi, si ottiene una sequenza semanticamente anomala, perché la «possibile verità» segnalata dall'indicativo si scontra con un contenuto «sicuramente falso»:
(32) Se Gianni è in macchina ci può dare un passaggio, ma oggi Gianni è
venuto in autobus.
Allo stesso modo, aggiungendo ad un periodo ipotetico al congiuntivo-condizionale una frase da cui si inferisca la «sicura verità» del contenuto proposizionale della protasi si ottiene di nuovo una sequenza semanticamente anomala, perché la «possibile falsità» segnalata dal congiuntivo-condizionale si scontra con un contenuto «sicuramente vero»;
(33) a. Se Gianni fosse in macchina potrebbe darci un passaggio, ma
Gianni è (sempre) in macchina.
b. Se Gianni fosse stato in macchina avrebbe potuto darci un passaggio, ma Gianni era in macchina.
d) I costrutti 'controfattuali'
Alcuni periodi ipotetici al congiuntivo-condizionale non sembrano comunicare la «possibile falsità» dei contenuti proposizionali di protasi ed apodosi, quanto piuttosto la loro «sicura falsità»: sono i costrutti tradizionalmente chiamati «controfattuali» o «periodi ipotetici dell'irrealtà». Questi casi, comunque, non costituiscono un tipo a parte. Come vedremo subito, i costrutti con congiuntivo imperfetto e condizionale semplice sono interpretati come controfattuali solo quando all'indicazione morfosintattica di «possibile falsità» si aggiungono altre indicazioni di falsità, provenienti in genere dal confronto fra contenuto proposizionale espresso e contesto extralinguistico; quanto ai costrutti con congiuntivo piuccheperfetto e / o condizionale composto, essi sono sempre interpretati come controfattuali, a meno
che dal contesto linguistico emergano indicazioni del contrario, ovvero segnalazioni di «non-falsità» (come si vedrà in (36), (37) e (38b)).
La controfattualità non è quindi un significato rigidamente connesso ad una determinata concordanza di modi e Tempi verbali, ma un effetto semantico complesso, che deriva dall'interazione della morfosintassi (congiuntivo imperfetto più condizionale semplice o congiuntivo piuccheperfetto e / o condizionale composto) con il contenuto proposizionale di protasi ed apodosi e con il contesto linguistico ed extralinguistico.
La combinazione «congiuntivo imperfetto nella protasi + condizionale semplice nell'apodosi» sembra neutralizzare l'opposizione tra «mera ipoteticità» e «controfattualità», poiché può esprimere sia l'uno sia l'altro valore semantico; essa è utilizzabile per esempio anche in (34a), che presenta solo un'ipotesi, e non due contenuti proposizionali «falsi»:
(34) a. Se piovesse molto forte, uscirei con l'ombrello. (= 29a)
b. Se fossi un marziano, avrei le orecchie verdi. (= 29b)
Un costrutto come (34a) può essere enunciato con tono polemico, da un parlante che sta uscendo «senza» ombrello in una giornata appena piovigginosa: in questo caso si otterrebbe una interpretazione «controfattuale», come, all'incirca, «non piove molto forte, e (perciò) sto uscendo senza ombrello».
La controfattualità compare dunque quando all'indicazione di «possibile falsità» fornita dalla concordanza si aggiunge una indicazione di «sicura falsità» derivata dal confronto tra il contenuto proposizionale espresso dal costrutto ed il contesto extralinguistico: per (34b) il parlante patentemente non è un marziano, e non ha le orecchie verdi; per l'interpretazione controfattuale di (34a), al momento dell'enunciazione sta piovendo poco, ed il parlante sta uscendo senza ombrello.
Ora, nelle frasi (35) la comparsa del congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e/o del condizionale composto nell'apodosi sembra segnalare la falsità dei contenuti proposizionali espressi dal costrutto, e quindi la controfattualità:
(35) a. Se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto ce ne sarebbe traccia. (= 30a)
b. Se Enrico fosse a casa, avrebbe risposto al telefono. (= 30b)
c. Se non foste arrivati in ritardo, non avreste perso il treno.(= 29c)
Ma una protasi al congiuntivo piuccheperfetto non è una condizione sufficiente per ottenere una interpretazione controfattuale; in (36) il contesto linguistico aggiunto a (35a) mostra che con il costrutto condizioniale il parlante sta solo compiendo un'ipotesi sul passato (da verificare nel presente):
(36) Se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto ce ne sarebbe traccia: bisogna quindi passare a controllare in quell'ufficio.
Neppure una apodosi al condizionale composto è condizione sufficiente per ottenere una interpretazione controfattuale: (35b) sembra comunicare che «Enrico non è a casa, e (perciò) non ha risposto al telefono», ma la versione «condizionale concessiva» di (35b), cioè
(37), presenta ugualmente una apodosi al condizionale composto, senza per questo segnalarne la falsità:
(37) a. Anche se Enrico fosse a casa, non avrebbe risposto al telefono.
b. Se Enrico fosse a casa, non avrebbe comunque risposto al telefono.
(37) è parafrasabile con «è possibile che Enrico sia a casa, ed è possibile che non lo sia; in un caso come nell'altro 'non' risponderebbe al telefono».
Anche nel caso in cui compaiano sia il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi sia il condizionale composto nell'apodosi l'interpretazione controfattuale non è garantita. Se infatti (38a) sembra indicare che il protagonista «non» è partito alle 3, e che (quindi) «non» è arrivato alle 9, una sequenza come (38b), con due costrutti condizionali collegati asidenticamente, mostra che il parlante sta facendo solo ipotesi sul passato, come nel caso di (36), e non ha alcuna certezza sulla falsità dei contenuti proposizionali espressi da protasi ed apodosi:
(38) a. Se avesse preso il treno delle 3 sarebbe arrivato alle 9.
b. Se avesse preso il treno delle 3 sarebbe arrivato alle 9; se avesse preso quello delle 5 sarebbe arrivato alle 11; adesso sono le 13, e quindi dovremmo comunque trovarlo in albergo.
Le stesse ipotesi, presentate con maggior sicurezza, possono essere espresse dalla versione all'indicativo di (39):
(39) Se ha preso il treno delle 3 è arrivato alle 9; se (invece) ha preso quello delle 5 è arrivato alle 11; adesso sono le 13, e quindi lo troveremo sicuramente in albergo.
Per quanto abbiamo detto, non è stata utilizzata qui la tradizionale distinzione fra periodo ipotetico della realtà, periodo ipotetico della possibilità, e periodo ipotetico della irrealtà (ispirata dalla tripartizione latina fra casus nalis, casus posstbilis, e casus trrealis). Secondo questa distinzione, infatti, ogni tipo di periodo ipotetico è correlato ad una specifica concordanza di modi e Tempi: l'indicativo segnala una ipotesi reale, il congiuntivo imperfetto ed il condizionale semplice segnalano una ipotesi possibile, o una ipotesi irreale nel presente, ed il congiuntivo piuccheperfetto ed il condizionale composto segnalano una ipotesi irreale nel passato. Ma in italiano standard un periodo ipotetico con la concordanza al congiuntivo piuccheperfetto e / o condizionale composto può avere sia una lettura controfattuale (irrealtà), come negli esempi (35) e (38a), sia una lettura meramente ipotetica (possibilità), come negli esempi (36), (37) e (38b). Un costrutto condizionale con la concordanza all'indicativo può segnalare una ipotesi reale, come negli esempi (24) e (25), ma anche la correlazione di due «fatti», come in (26a), e può avere persino una lettura controfattuale, come combinazione di due contenuti proposizionali «falsi».
Se un periodo ipotetico viene inserito in un discorso indiretto al passato (e gli eventi citati sono già avvenuti al momento dell'enunciazione) la concordanza dei modi e dei Tempi prevede solo la combinazione «congiuntivo piuccheperfetto + condizionale composto», indipendentemente dalla forma che il costrutto potrebbe avere nella corrispondente versione in discorso diretto. Così la «scelta» dei modi e Tempi di (40d), obbligata dalla concordanza del discorso indiretto, «neutralizza» completamente le differenze semantiche sia modali che temporali esistenti fra le prime tre frasi di (40):
(40) a. Aldo mi ha detto: «Se XY vince / vincerà le elezioni, ti offro / offrirò una cena».
b. Aldo mi ha detto : «Se XY vincesse le elezioni, ti offrirei una cena».
c. Aldo mi ha detto: «Se XY avesse vinto le elezioni, ti avrei offerto una cena».
d. Aldo mi ha detto che se XY avesse vinto le elezioni mi avrebbe offerto una cena.
e) Concordanza mista indicativo e congiuntivo-condizionale
Oltre alle combinazioni illustrate , si trovano in italiano standard periodi ipotetici con una concordanza «irregolare» di modi e tempi, con indicativo nella protasi e condizionale nell'apodosi, o congiuntivo nella protasi ed indicativo nell'apodosi: