Un costrutto «bi-affermativo» presenta invece come contenuti proposizionali della protasi e / o dell'apodosi fatti comunemente noti come veri, che fanno parte delle conoscenze comuni condivise, e sono quindi «presupposti pragmaticamente». Proprio per questo possono comparire solo con concordanza all'indicativo (il valore semantico della combinazione «congiuntivo-condizionale» è infatti la segnalazione della «possibile falsità» dei contenuti delle due proposizioni:
(70) a. Se la situazione nel Golfo Persico è critica, quella dei campi
profughi di Gaza non è certo allegra.
b. *Se la situazione nel Golfo Persico fosse critica, quella dei campi profughi di Gaza non sarebbe certo allegra.
c. "Se la situazione nel Golfo Persico fosse stata critica, quella dei campi profughi di Gaza non sarebbe stata certo allegra.
Come nei «bi-negativi», anche in questo tipo di costrutti non esiste necessariamente un rapporto di «condizione-conseguenza» fra i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi; in genere si instaura un rapporto di semplice correlazione o collegamento, come in (70a), o un rapporto che può essere interpretato come causale, o avversativo, o concessivo, come si vede dagli esempi in (71) e dalle loro parafrasi esplicitamente causali, avversative, e concessive, in (72):
(71) a. Se è nevicato già in ottobre, avete avuto un inverno freddissimo.
b. Se Ugo era adirato, Maria era tranquilla.
c. Se il parere del Fondo Monetario Internazionale sull'economia del nostro paese è stato positivo, non dobbiamo dimenticare la ripresa dell'inflazione.
(72) a. Poiché è nevicato già in ottobre, avete avuto un inverno freddissimo.
b. Ugo era adirato, ma Maria era tranquilla.
c. Sebbene il parere del Fondo Monetario Internazionale sull'economia del nostro paese sia stato positivo, non dobbiamo dimenticare la ripresa dell'inflazione.
Protasi ed apodosi dei costrutti «bi-affermativi» possono essere «rinforzate» da elementi che sottolineano la verità dei contenuti proposizionali espressi, o che ne rimarcano la correlazione:
(73) Se è vero che la situazione nel Golfo Persico è critica, è anche vero che quella dei campi profughi di Gaza non è certo allegra.
(74) Se da un lato le fazioni musulmane in Libano potevano contare sull'appoggio siriano, dall'altro i maroniti avevano in Israele una specie di alleato.
Questi elementi di rinforzo non compaiono invece normalmente nei costrutti condizionali standard, che esprimono un rapporto di «condizione-conseguenza» fra i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi:
(75) a. Se è vero che piove, esco con l'ombrello.
b. Se da un lato piove, dall'altro esco con l'ombrello.
Nei costrutti «bi-affermativi» compaiono normalmente combinazioni di tempi passati dell'indicativo, come si è visto negli esempi precedenti, ed è anche possibile (contrariamente a quanto accade per i periodi ipotetici standard, esempio (28)) la comparsa del perfetto semplice in protasi ed apodosi:
(76) Se Picasso attraversò tutte le avanguardie storiche, le sue opere furono tra i migliori esempi di classicità del '900.
Invece risulta estremamente difficile interpretare come «bi-affermativi» costrutti al futuro: anche il ricorso ad elementi di rinforzo, come in (73) e (74), non è sufficiente a eliminare la venatura modale di incertezza tipica del futuro, e quindi la ipoteticità di fondo della sequenza; nemmeno (77) è da ritenere perciò un costrutto «bi-affermativo»:
(77) Se (è vero che) verrò eletto presidente, come ormai è ceno, (è anche vero che) sarai proprio tu il mio segretario personale.
Esistono poi alcuni costrutti condizionali molto particolari, dalle caratteristiche simili, ma non uguali a quelle dei «bi-affermativi»: protasi ed apodosi presentano contenuti proposizionali non ipotizzati, ma «veri», ed il rapporto logico deve essere però espresso esplicitamente:
(78) Se Giulio se ne è andato dopo il primo tempo, (è perché) non riusciva proprio a sopportare quel film.
Un esempio come (78) è semanticamente equivalente ad un costrutto contenente una frase causale, come (79) qui sotto, del quale condivide anche la sequenza «effetto dato - causa nuova» (per i concetti di «dato» e «nuovo»; per le frasi causali: sia in (78) sia in (79) l'elemento proposizionale «dato» (l'effetto) si trova in posizione iniziale di costrutto, mentre la causa «nuova» si trova in posizione finale:
(79) Giulio se ne è andato dopo il primo tempo, perché non riusciva proprio a sopportare quel film.
E anche possibile avere la causa «nuova» in posizione iniziale di costrutto, e l'effetto «dato» in posizione finale, tramite l'utilizzo di una frase complessa «scissa»:
(80) È perché non riusciva proprio a sopportare quel film che Giulio se ne è andato dopo il primo tempo.
Costrutti del tipo di (78) possono però comparire solo se il rapporto logico fra i contenuti delle due proposizioni è di tipo causale, o finale (Sia); rapporti temporali, (81b-e), o condizionali, (81f), o concessivi, (81g), danno luogo a sequenze agrammaticali:
(81) a. Se ti ho portato quei fiori è per farmi perdonare.
b. Se Antonio ha comprato un libro è quando è arrivata Maria.
c. Se Antonio ha comprato un libro è mentre arrivava Maria.
d. Se Antonio ha comprato un libro è prima che arrivasse Maria.
e. Se Antonio ha comprato un libro è dopo che è arrivata Maria.
f. Se esco con l'ombrello è se piove.
g. Se siamo arrivati in orario è benché il treno fosse partito in ritardo.
Alcune frasi di questo tipo risultano accettabili al passato. Si confronti (81d) con: Se Antonio ha mai comprato un libro, è stato prima che arrivasse Maria.
Le frasi complesse scisse sono invece possibili con rapporti causali, finali, temporali, marginalmente ipotetici, ma non concessivi:
(82) a. È per farmi perdonare che ti ho portato quei fiori.
b. È quando è arrivata Maria che Antonio ha comprato un libro,
c. È mentre arrivava Maria che Antonio ha comprato un libro,
d. È prima che arrivasse Maria che Antonio ha comprato un libro,
e. È dopo che è arrivata Maria che Antonio ha comprato un libro,
f. E sepiove che esco con l'ombrello.
g. È benché il treno fosse partito in ritardo che siamo arrivati in orario.
i) Condizioni su azioni linguistiche
In alcuni casi la protasi esprime un contenuto proposizionale che funge da «condizione» non per il contenuto proposizionale dell'apodosi, ma per la realizzazione dell'azione linguistica che può essere eseguita nell'apodosi:
(83) Se hai fame, ci sono dei biscotti nella credenza.
Come si vede, la fame dell'interlocutore non è una condizione che, se realizzata, abbia come conseguenza l'esistenza dei biscotti nella credenza, ma è piuttosto una condizione per l'esecuzione della «offerta» di biscotti all'interlocutore: se l'interlocutore non ha appetito non ha senso offrirgli del cibo.
In questo tipo di costrutti condizionali l'espressione dell'inferenza sollecitata sembra portare a risultati del tutto assurdi:
(84) Se non hai fame, nella credenza non ci sono biscotti.
Quindi non sembra possibile applicare a questi costrutti la normale interpretazione «bicondizionale». Ma, come detto sopra, la protasi «condiziona» non il contenuto proposizionale dell'apodosi, ma l'azionelinguistica con essa eseguibile: verbalizzando esplicitamente il tipo di azione linguistica da compiere, l'interpretazione bi-condizionale diventa possibile, come si vede dalla piena accettabilità dell'espressione dell'inferenza sollecitata:
(85) a. Se hai fame, ti offro dei biscotti.
b. Se non hai fame, non ti offro dei biscotti.
Questi costrutti condizionali sono possibili con diversi tipi di azioni linguistiche, per esempio offerte, complimenti, domande, o asserzioni, (86), ma appaiono inaccettabili o estremamente marginali con concordanza al congiuntivo e condizionale, (87) e (88):
(86) a. Se hai bisogno di me, puoi trovarmi in ufficio.
b. Se posso permettermi, hai un gran bell'aspetto.
c. Se non sono indiscreto, cosa hai fatto ieri sera?
d. Se le mie informazioni sono giuste, Mario ha rifiutato quel lavoro.
(87) a. Se avessi bisogno di me, potresti trovarmi in ufficio.
b. Se potessi permettermi, avresti un gran bell'aspetto.
c. Se non fossi indiscreto, cosa avresti fatto ieri sera?
d. Se le mie informazioni fossero giuste, Mario avrebbe rifiutato quel lavoro.
(88) a. Se avessi avuto bisogno di me, avresti potuto trovarmi in ufficio.
b. Se avessi potuto permettermi, avresti avuto un gran bell'aspetto.
c. Se non fossi stato indiscreto, cosa avresti fatto ieri sera?
d. Se le mie informazioni fossero state giuste, Mario avrebbe rifiutato quel lavoro.
(88a, e, d) sono accettabili se interpretati come condizionali standard, con il contenuto proposizionale della protasi che condiziona quello dell'apodosi: «non hai avuto bisogno di me, e quindi non mi hai chiamato: ma sapevi che in caso di necessità io ero in ufficio»; «ieri sera sono stato indiscreto; e ciò ti ha fatto tenere un determinato comportamento; come ti saresti comportata nel caso io non fossi stato indiscreto?»; e «le mie informazioni, che ho passato a Mario, non erano attendibili, eciò ha fatto sì che Mario accettasse (compiendo un errore) quel lavoro».
j) Protasi non introdotte da «se»
La protasi di periodo ipotetico può essere espressa in alcuni casi senza l'operatore di subordinazione se. Questo avviene non solo nel caso dei costrutti condizionali «pseudocoordinati» , ma anche con costruzioni di tipo subordinato. Per esempio, se può essere omesso in costrutti stilisticamente alti:
(89) «Succedesse a me sarei rovinato» (V. Pratolini, Lo scialo, Milano, Mondadori, 1960, p. 387)
L'omissione di se non è possibile nei costrutti con la concordanza all'indicativo, (90a). Si ha inoltre un'inversione di posizione fra verbo e soggetto espresso (90b-c):
(90) a. Arrivano / Arriveranno in tempo i rinforzi, riusciremo ad evitare la sconfitta.
b. Arrivassero / Fossero arrivati in tempo i rinforzi, riusciremmo / saremmo riusciti ad evitare la sconfitta.
c. I rinforzi arrivassero / fossero arrivati in tempo, riusciremmo / saremmo riusciti ad evitare la sconfitta.
Questo tipo di struttura è parallelo a quello che si ha con il gerundio e con l'infinito , dove si ha l'inversione obbligatoria fra verbo ausiliare e soggetto espresso. Come nel caso di gerundive e infinitive, questa costruzione è limitata allo stile alto ed è possibile con un gruppo ristretto di verbi al congiuntivo.
Oltre che da se le protasi di periodo ipotetico possono essere introdotte da una serie di altri operatori di subordinazione, che sono tutti però lessicalmente più «ricchi», hanno un significato meno astratto, e più forti connotazioni stilistiche (in genere alte): qualora, quando, ove, laddove; ammesso che, supposto che, nel caso che, nell'ipotesi che, nell'eventualità che; purché, a patto che, a condizione che. Di questi operatori descriveremo prima le caratteristiche semantiche principali che permetteranno di raccoglierli in sottogruppi, e poi la concordanza dei modi e dei Tempi, che è invece comune a tutti.
Qualora, quando, ove, e laddove appartengono allo stile alto, ed in particolare connotano un linguaggio giuridico-burocratico-amministrativo:
(91) a. Qualora il perito ne abbia avanzato esplicita richiesta, il dibattimento potrà essere rinviato.
b. Ove / Laddove ricorrano le condizioni previste dal secondo comma della circolare ministeriale.. ., il rilascio dei documenti richiesti avverrà entro dieci giorni.
Sono piuttosto dello stile formale ammesso che, supposto che, nell'ipotesi che, nell'eventualità che; più corrente: nel caso che. Rispetto agli altri operatori di questo gruppo, ammesso che e nell'eventualità che aggiungono ai contenuti proposizionali espressi una sfumatura di maggiore improbabilità, come si vede dalla pur lievemente diversa accettabilità semantica degli esempi seguenti:
(92) a. Supposto che / Nel caso che / Nell'ipotesi che Giampiero riesca ad affittare quella casa al mare - cosa che pare molto probabile - passeremo da lui una settimana in luglio.
b. Ammesso che / Nell’eventualità che Giampiero riesca ad affittare quella casa al mare - cosa che pare molto probabile - passeremo da lui una settimana in luglio.
Molto simili agli operatori di subordinazione ammesso che e supposto che sono (am)mettiamo (il caso) che e supponiamo che, che possono introdurre costrutti condizionali sintatticamente coordinati:
(93) a. Mettiamo che Franco arrivi sabato sera. Io non vado certo a prenderlo!
b. Supponiamo che domenica ci sia bel tempo. Verreste al mare con noi?
c. Mettiamo il caso che non fossi venuto ad aspettarti all'aeroporto: per tornare a casa avresti preso un taxi.
Ammettiamo che (come ammesso che in (92b)) aggiunge ai contenuti proposizionali espressi dal costrutto una sfumatura di maggiore improbabilità, come si vede dalla marginalità di: ''Ammettiamo che Giampiero riesca ad affittare quella casa al mare - cosa che pare molto probabile: passeremo da lui una settimana in luglio.
Purché, a patto che e a condizione che introducono costrutti la cui apodosi esprime un contenuto proposizionale che deve poter essere visto favorevolmente dall'interlocutore, altrimenti il risultato è una sequenza semanticamente inaccettabile:
(94) a. Purché / A patto che / A condizione che tu mi faccia uno
dei tuoi caffè, ti sarò eternamente grato.
b. Purché / A patto che / A condizione che tu mi faccia uno dei tuoi caffè, me ne andrò e non mi farò mai più vedere.
Gli stessi contenuti proposizionali possono essere inseriti in un costrutto condizionale introdotto da se; in questo caso l'unico cambiamento è il giudizio implicito sulla qualità del caffè preparato dall'interlocutore:
(95) a. Se mi farai uno dei tuoi caffè, ti sarò eternamente grato.
b. Se mi farai uno dei tuoi caffè, me ne andrò e non mi farò mai più vedere.
Invece, il contenuto proposizionale della protasi può essere di per sé interpretato positivamente o negativamente, senza influenzare l'accettabilità della sequenza, ma viene presentato come desiderato dal parlante:
(96) a. Purché / A patto che / A condizione che tu mi liberi dalla presenza di quell'antipatico di Riccardo, ti offrirò una cena sontuosa.
b. Purché / A patto che / A condizione che tu mi liberi dalla presenza di mia moglie, ti offrirò una cena sontuosa.
Proprio questa sfumatura di desiderio, che da una coloritura finale ai condizionali di questo tipo, giustifica la restrizione sopra illustrata. Se il contenuto proposizionale dell'apodosi gli sembra favorevole, l'interlocutore tenderà a soddisfare la condizione (cioè il desiderio del parlante) per ottenere la conseguenza: è quanto dovrebbe accadere con i costrutti in (94a), (95a) e (96); in (95b) invece l'interlocutore non cercherà di ottenere il contenuto proposizionale dell'apodosi (che vede come negativo), non soddisfacendo quindi il «nondesiderio» espresso dalla protasi. Questo tipo di inter-pretazione, possibile appunto in un costrutto introdotto da se, come (95b), non ha luogo in (94b) a causa della presenza di purché, a patto che e a condizione che, che richiedono, oltre ad un contenuto proposizionale dell'apodosi «positivo» per l'interlocutore, anche un contenuto proposizionale della protasi «desiderato», o per lo meno presentato come tale dal parlante.
Tutti questi operatori lessicalmente «ricchi», che impongono alcune limitazioni ai contenuti proposizionali di protasi ed apodosi, risultano inappropriati (pur con lievi differenze da elemento ad elemento) con alcuni dei costrutti condizionali di tipo specifico illustrati precedentemente. In particolare appaiono inaccettabili o marginali se combinati con costrutti «bi-negativi», «bi-affermativi», e con protasi che presentano condizioni sull'esecuzione di azioni linguistiche (in quest'ultimo caso alcuni operatori risultano accettabili):
(97) a. Qualora / Ove / Laddove / Ammesso che / Supposto che /